La Val Di Sangro si estende nella provincia di Chieti e rappresenta un’importante oasi naturale per la regione Abruzzo. Qui potete trovare alcuni dei comuni più pittoreschi del territorio, raggiungibili dal nostro hotel per visite ed escursioni.
Da Atessa è possibile raggiungere un buon numero di interessanti località caratterizzate da un inneggabile impatto e valore, sia artistico che ambientale.

La Masseria vuole presentarvene alcuni, per rendere la vostra permanenza ancora più interessante.

Atessa

Atessa, centro agricolo ed industriale, è posta sullo spartiacquefra i fiumi Sangro e Osento. Il suo territorio è il più vasto della provincia con 110,03 Kmq, l’aspetto prevalentemente collinare fa predominare le colture seminative. Gli insediamenti industriali sono posti a valle nei pressi del fiume Sangro, dove sono ubicati anche gli abitati di Montemarcone e Piazzano di Atessa; i complessi industriali più importanti sono quelli della SEVEL e della HONDA.
Delle origini preromane sono rimaste poche tracce, evidenziate da ritrovamenti di reperti ed iscrizioni nei dintorni. La presumibile origine di Atessa risale al V sec., ma la prima citazione è del X secolo quando il territorio fu interessato dalla colonizzazione benedettina che per diversi secoli ebbe giurisdizione sul borgo.
Con l’avvento degli Angioini la città fu contesa tra diverse famiglie si ricorda la dominazione di Ademazio Maramonte che mal governò scatenando nel XIV secolo una sanguinosa rivolta. Dal XVI secolo Atessa fu feudo dei Colonna potente famiglia Romana. Del passato conserva tracce nel portale ogivale della chiesa di S.Leucio del XIII sec., nel convento di S.Maria di Vallaspra del XV sec. e nelle porte di Santa Margherita e di S.Giuseppe del XI sec.

Bomba

Bomba è adagiata sulle pendici occidentali del monte Pallano, alla destra del fiume Sangro, con un’ampia vista sul lago artificiale originato da uno sbarramento sul fiume Sangro.
Il territorio si estende per 18,13 Kmq su un’area di alta e media collina. Sopra l’attuale abitato, nella zona di Pallano, sono stati rinvenuti reperti archeologici e resti di mura megalitiche che testimoniano come il territorio fosse sede di antichi insediamenti abitativi preromani. Sede di colonizzazione benedettina nell’altomedioevo, Pallano fu abbandonata presumibilmente nel XII secolo, e l’abitato fu trasferito piú a valle nell’attuale posizione intorno al XIII secolo.
Località di grande interesse paesaggistico e turistico.

Borrello

Situato su un altopiano a 800 metri sul livello del mare, il territorio di questo piccolo comune dell’entroterra chietino si estende su un’area di circa 16 Kmq di cui il centro abitato ricopre solo una piccola parte.
Borrello confina a sud con il territorio dei comuni molisani di Pescopennataro e di Sant’Angelo Del Pesco (in provincia di Isernia), ad est con quello del comune di Rosello, a nord con quello di Civitaluparella e ad ovest con quelli di Quadri e di Pizzoferrato. Il nucleo urbano si è sviluppato nel corso degli ultimi decenni lungo la direzione nord – sud e la parte nord del paese, la più antica, quasi si sporge su un alto dirupo. Da questa zona del centro urbano, e da altre zone adiacenti del territorio comunale, si domina con lo sguardo la media valle del fiume Sangro, che segna il confine naturale con i comuni di Pizzoferrato, Quadri e Civitaluparella.
A nord – est del paese, ma in una posizione molto più a valle, vi è la contrada Baronessa, la quale risulta geograficamente un’appendice del territorio comunale insinuata fra i territori dei comuni di Fallo, di Villa Santa Maria e di Rosello.
Ad est del centro abitato un altro corso d’acqua attraversa nel mezzo il territorio del comune. Si tratta del torrente Verde che, sorgendo nel territorio di Pescopennataro e lambendo per un tratto il territorio del comune di Rosello, svolge qui il resto del suo percorso (una decina di chilometri in tutto), prima di affluire nel Sangro. Anche se breve, la sua corsa offre però una delle suggestioni naturali più belle: le spettacolari cascate (troverete più informazioni a riguardo nella sezione di questo sito dedicata alle bellezze naturali del luogo). Il paesaggio montano, che copre buona parte della linea dell’orizzonte, si caratterizza massimamente in direzione nord – ovest, laddove il massiccio della Majella, pur lontano, impegna lo sguardo dell’osservatore.

Casoli

Casoli è posta su di un colle alla destra del fiume Aventino. Domina la sottostante valle fluviale e le colline circostanti. L’abitato si raccoglie attorno ad un castello cui fanno da corte le case borghesi.
Il territorio, che si estende per 66,77 Kmq, ha ospitato fin dai tempi antichi importanti insediamenti abitativi, con popolazioni di ceppo sannitico che giá nel IV secolo a.c. davano “preoccupazioni” alle guarnigioni romane costrette piú volte a ristabilire il loro dominio su queste terre, inoltre in località Piana La Roma, sussistono ruderi di edifici con pavimenti a mosaico, di un anfiteatro e di un acquedotto.
Le prime notizie documentate nelle quali si parla di Casoli risalgono al IX secolo. Riferibili al X secolo sono numerosi resti scultorei inglobati nelle pareti del campanile di S.Maria, mentre sono del XV secolo la chiesa di Santa Reparata.

Civitaluparella

Civitaluparella occupa le ripidi pendici di uno sperone roccioso sulversante meridionale dei monti Lupari, alla sinistra del fiume Sangro tra i valloni Corvina e Lagariello.
Il suo territorio è esteso 22,51 Kmq in un ambiente di alta collina e media montagna. Sorta su antichi insediamenti, ne sono testimonianza reperti archeologici databili al VI secolo a.C., Civitaluparella viene citata in documenti ufficiali nel XII secolo. Grazie alla posizione strategica dell’antico nucleo fortificato, nel XV secolo fu scelta come rifugio sicuro da Antonio Caldora nel corso delle sue sfortunate imprese contro Ferdinando D’Aragona. Tutt’ora si possono visitare i resti del castello.
La festa popopale principale è Sant’ Agata il 5 febbraio.

Colledimezzo

Colledimezzo è posta lungo il crinale del colle Castellano, a destra del fiume Sangro, in posizione panoramica, affacciandosi quasi a picco sul sottostante lago artificiale del Sangro. Il territorio si estende per 11,39 Kmq .
Le prime notizie storiche certe sul paese sono datate al XII secolo.
Dal XVIII secolo appartenne ai D’Avalos del Vasto che la tennero fino all’abolizione della feudalità.

Fossacesia

Fossacesia si trova su un altura della fascia litoranea alla sinistra della foce del fiume Sangro. Il territorio del comune, intensamente coltivato, si estende per 30,08 Kmq. e presenta diverse frazioni.
Il primo nucleo abitato di Fossacesia è da ricollegare alla colonizzazione monastica dei benedettini già intorno al IX secolo come “corte”, cioè un’azienda fondiaria e amministrativa intorno alla quale si costituì l’aggregato umano formato da coloni ed artigiani al servizio dell’abbazia.
Passò attraverso alterne vicende legate essenzialmente alle sorti dell’abbazia di San Giovanni in Venere, fino al XVIII secolo quando divenne terra regia. Maggior storia ha avuto nel territorio comunale il millenario monastero di San Giovanni in Venere fondato del XI secolo e che acquistó, in breve tempo, un enorme potere legato agli estesi possedimenti avuti in donazione nelle Marche, Puglia, Molise, Campania.

Lanciano

Lanciano è posta in un territorio moderatamente collinare alla destra del torrente Feltrino. Il suo territorio, intensamente coltivato, si estende per 66,09 Kmq., inoltre sono presenti numerose frazioni, Rizzacorno, Sant’Onofrio, Villa Elce, Villa Andreoli, Villa Stanazzo, Santa Liberata, Villa Martelli, Nasuti. Il primitivo nucleo della cittá si originò come caposaldo del tratturo magno che dall’altopiano aquilano, attraverso Forca di Penne e Chieti, raggiungeva Lanciano per poi dirigersi verso Vasto e le Puglie.
Successivamente divenne un centro dei Frentani, un’antica popolazione Sannitica. Nel IV secolo A.C. partecipò alle guerre sannitiche contro Roma. Dopo la sconfitta divenne fedele alleata di Roma. Nel I secolo A.C. fu municipio con le sue istituzioni e le sue magistrature. Pochissimi sono i resti monumentali oggi visibili dell’antico nucleo urbano.
Nel tardo impero la città si arricchì di numerosi edifici pubblici, nel III secolo, sotto Diocleziano venne edificato un ponte a tre arcate che univa l’antico borgo con il colle dove si tenevano le fiere.
Nei secoli seguenti, al tempo delle invasioni barbariche, subì devastazioni e saccheggi. Nel XII secolo, Lanciano assunse la fisionomia di castello fortificato, come testimoniano le tracce di una rocca e delle cinta murarie, e le cosidette “torri montanare”.

Pizzoferrato

Pizzoferrato sorge a ridosso di una rupe rocciosa, che domina da sinistra la valle del fiume Sangro. Il suo territorio si estende per 30,85 Kmq in un area ricca di boscaglie e nudi pascoli.
Il borgo si è formato nell’alto medioevo diventando ben presto una comunità montana di grande importanza per la sua inaccessibile posizione. Scarse sono le notizie storiche sul borgo, risalgono al X secolo alcune rovine del borgo fortificato e la chiesa di S.Nicola e della Madonna del Girone visibili sulla grande rupe che sovrasta l’abitato.
Nei secoli seguenti si presume che il feudo appartenne a varie famiglie e per ultimo fu della famiglia Monaco.

Quadri

Quadri si distende in una valle lambita dal fiume Sangro fra promontori e pendii coperti di boschi. Il suo territorio si estende per 7,41 Kmq. I primi insediamenti testimoniati da reperti archeologici sono di epoca sannitica II-I secolo A.C. e ora visibili sotto i ruderi della Madonna dello Spineto.
Nell’alto medioevo fu sede di un’insediamento di una comunità monastica benedettina. Attorno al monastero si è formato il castello come dimora dei coloni ed artigiani al servizio del monastero.
Nel XV secolo fu feudo di Raimondo Caldora, successivamente vi ebbe signoria la famiglia Ambrosio.

Roccacinquemiglia

Cinquemiglia, ridente frazione di Castel di Sangro è un borgo arroccato su uno sperone roccioso; ha origine antichissima: sulla Contrada Serra del Monaco sono presenti mura ciclopiche resti di una fortificazione di una citta’ sannita senza nome. Presso il fiume Sangro, in una zona di notevole interesse archeologico, sono presenti i ruderi del famoso Convento di S. Maria di Cinquemiglia dell’anno 703, sorto sulle rovine di un tempio italico dedicato ad Ercole.
Vicino a questo Convento cominciarono i primi insediamenti fino alla formazione di una borgata con un suo castello cinto di mura di difesa. Il paese ebbe anche una sua autonomia infatti fu un Comune a se. Dopo la decadenza del Convento nel XIV sec., se ne impossessarono molti feudatari prima di arrivare alla famiglia Marchesani, che l’ ebbero come signoria dal XVI al XVIII sec.
Oggi Roccacinquemiglia ha meno di 200 abitanti e la sua popolazione ha subito il fenomeno emigratorio degli anni cinquanta verso le Americhe e gli Stati Europei. Da pochi anni si è rivelato un centro turistico per la prossimita’ ai centri del nostro comprensorio dotati delle strutture sportive invernali. Da vedere: i ruderi della Chiesa di S. Maria di Cinquemiglia, la Chiesa di S. Rocco, che custodisce la statua del Santo, che nel 1838 opero’ nel paese un miracolo, salvandolo dal colera.
Manifestazioni locali : festa di S. Rocco ( 16 agosto ).

Roccaraso

Roccaraso é nota per essere la piú importante stazione di sport invernali di tutta l’Italia centro meridionale. L’eccellente attrezzatura alberghiera e sportiva ne fanno un centro di attrazione turistica molto apprezzato dagli sciatori ed amantidella montagna.
Sorta intorno all’anno mille. Dominava allora il complesso monastico di San Vincenzo al Volturno che ricevette in dono la terra di Quinquemilia al limite della quale cominciò a sorgere un centro abitato che trasse il nome dal torrente Rasinus e fu, quindi, Rocca Rasini. Rocca Rasini compare però nei documenti solo alla fine del secolo Xl. Com’era il tenore di vita , la cultura degli abitanti di questa Rocca Rasini? Le Uniche notizie che abbiamo a disposizione riguardano l’organizzazione governativa che vigeva a Roccaraso e Pietransieri le cui popolazioni erano tenute a proteggere il capoluogo, che era Castel di Sangro, per ordine del Re Federico il quale gestiva l’amministrazione dei paesi di Quinquemilia.
Cominciava a nascere il Comune del quale non ci sono tracce. Si stabilirano traffici con Firenze dove la lana (materia prima abruzzese) s’imponeva come prodotto commerciale. Il centro di raccolta delle lane era Sulmona. Di Roccaraso troviamo notizie più tarde, quando si trovava sotto la dominazione dei d’Avalos il paese era legato a Castel di Sandro dove risiedeva il Governatore. Ancora più tardi, e in pratica agli inizi dell’era moderna, ci sono dati precisi demografici ed economici. Intorno al settecento Roccaraso contava 300 abitanti con una economia fondata sull’industria armentizia . Nel Settecento, si presentava come un tranquillo borgo ricco d’armenti e di pascoli dove la convivenza era facile e l’ambiente adatto ad una vita serena.
E’ l’epoca della rinascita agricola e della fondazione dell’antichissima arte tessile che troverà in Castel di Sangro un’industria fiorente ed affermata su basi solide che dureranno due secoli. Una vita tranquilla, ordinata, permetterà la formazione di cospicui patrimoni familiari ed una consistenza finanziaria di numerose famiglie del paese.
Agli albori del 1900,comincia lo sviluppo dell’industria turistica. Dopo il declino dell’arte tessile per effetto della concorrenza delle grandi industrie , Roccaraso investi’tutte le sue risorse nel turismo si cercava un sbocco all’esuberante offerta di lavoro locale, anche per frenare in il fenomeno dell’emigrazione. Cosi cominciarono a sorgere i primi alberghi tra i quali l’hotel Monte Majella. L’ospitalità si estese alle case private e così tra il 1900 ed il 1915 cominciò lo sviluppo turistico della zona. Roccaraso aveva il pregio della facilità di comunicazioni: la ferrovia arrivava fino al centro del paese, facilitando cosi’ l’afflusso di turisti e bagagli, inoltre, la statale rendeva la sosta quasi obbligata. La corrente turistica, infine, proveniva quasi tutta da Napoli, (solo 140 km). In quell’epoca Roma era poco collegata ed i romani preferivano la meta più vicina di Tagliacozzo.
Il turismo quindi era del tutto napoletano, tanto da meridionalizzare i costumi e perfino la lingua, com’era accaduto a Castel di Sangro.
L’avvento della prima guerra mondiale, non lasciò gravissime conseguenze. Al contrario la seconda guerra mondiale segnò una data importantissima nella storia di questa cittadina. Nel 1943 ci fu la distruzione del 98% del paese radendolo completamente al suolo. I primi anni della guerra erano passati lasciando indenne Roccaraso. A mano a mano che l’offensiva nemica si accentuava contro la città di Roma, Napoli, Bari i turisti si stabilirono a Roccaraso, cosi che la stagione estiva del ’43 si prolungò inverosimilmente. Sembrava una situazione passeggera ma non fu così.
Chi avrebbe potuto mai immaginare che i tedeschi, si sarebbero stabiliti proprio a Roccaraso?
Le forze tedesche si rafforzarono e poi di colpo, ci fu il bombardamento degli alleati, la pineta fu distrutta, alberghi e case furono bombardati. I tedeschi incendiarono e distrussero la frazione di Pietransieri ci furono 127 vittime, Roccaraso per la sua posizione strategica, fu la più colpita tra i centri dell’Altopiano Il tragico epilogo si concluse con la perdita dell antico teatro costruito nel 1698. I roccolani non si sono mai arresi, hanno ricostruito la loro città oggi attrezzatissima per accogliere turisti in tutte le stagioni , soprattutto in quella invernale.

Roio del Sangro

Roio del Sangro sorge alle falde dei monti La Rocca e Acessola, e gode di un ampio panorama sulla media valle del Sangro.
Il suo territorio si estende per 11,73 Kmq, su un area prevalentemente boscosa.
Incerte risultano le origini del borgo, le prime notizie storicamente certe risalgono al XIV secolo, successivamente fu feudo di Pietro Antonio Berardelli e nel XVI di Giulio Caracciolo del quale si conserva il sepolcro nella chiesa parrocchiale.

Rosello

Rosello sorge alle falde di un colle, alla destra del fiume Sangro. Il suo territorio, che comprende anche la frazione di Giuliopoli, si estende per 19,29 Kmq su un’area montuosa tra boscaglie, aree incolte, nudi pascoli, e coltivi.
Borgo di probabile origine medievale, come testimonia l’antica torre nella parte alta del paese, fu interessato alla colonizzazione monastica. Nel XV secolo fu feudo di Raimondo Caldora, e in seguito della famiglia dei Del Grosso, nel XVII secolo dei Bernardo.
Nel XVIII secolo vi ebbero signoria i Caracciolo di Villa S.Maria.

Torino di Sangro

Torino di Sangro sorge su un colle che domina da destra la basse valle del fiume Sangro e la sua Foce.
Il suo territorio si estende per 32,31 Kmq su un’area intensamente coltivata. Nell’altomedioevo, XII secolo, fu interessato alla monastica benedettina della vicina abbazia di San Giovanni in Venere. Fino al XV secolo fu possesso feudale dell’abbazia di S.Stefano in Rivo Mare per poi essere venduta alla città di Lanciano.
Nel XVI secolo fu feudo di Luigi Carafa, poi vi ebbero signoria i d’Aquino, i Giovene, i d’Avalos ed, infine, i de Stefano.

Villa Santa Maria

Villa Santa Maria sorge addossata alle pendici meridionali del monte Vecchio, sulla sinistra del fiume Sangro.
Il suo territorio è esteso 16,18 Kmq su un’area prevalentemente montuosa fra boschi, pascoli e coltivazioni. Lo sviluppo del primo nucleo abitativo si ebbe nel VIII-IX secolo quando fu soggetta alla colonizzazione monastica benedettina che edificò il monastero di Santa Maria. Rimase, nei secoli seguente, sotto il dominio dell’abbazia, andata distrutta e riscostruita dove è oggi nel XIII secolo.
Nel XV secolo passo prima ai Caldora e poi ai Caracciolo di Santobuono ai quali rimase fino all’abolizione della feudalità.